Scrivimi

Le parole di chi aveva già deciso dall’inizio.
Le parole di chi ha diffuso solo fango mediatico.
Le parole di chi serviva per costruire il falso.
Milioni di parole per cancellare una vita che lentamente si è allontanata fino a scomparire.
Il mio silenzio è stato quella della donna che credeva nella giustizia.
Della donna, che in questo massacro giuridico e mediatico, sapeva che alla fine la verità sarebbe emersa e quella vita si sarebbe potuta ricostruire.
Menzogne, manipolazioni, trame oscure e soprattutto una violenza spietata hanno invece spinto questa storia verso un epilogo che nel giorno della sentenza è sembrato che fosse stato già scritto dall’inizio.
Il mio silenzio termina proprio in quel giorno. Nel giorno della mia disperazione. Nel giorno in cui la donna, la cittadina ha compreso che la giustizia non è garantita per lei né per nessuno.
Le mie parole, quelle dei miei avvocati, dei periti della difesa, dei testimoni che hanno descritto fatti e circostanze che dimostravano la mia innocenza, sono state vento. Un vento che si è dissolto negli intrighi di un gruppo di persone che hanno agito contro il diritto, contro la giustizia e contro la verità.
Le mie parole, queste parole, devono ora cercare di raggiungere tutti coloro che vogliono vivere in un paese in cui la giustizia sia garantita a tutti, nessuno escluso.
In un paese in cui una storia come questa non possa più accadere.