Come in un film

Una serata come tante altre trascorse insieme. Pochi giorni fa eravamo a cena in un posto tranquillo a raccontarci cose.
A un certo punto arriva un messaggio su WhatsApp. Una richiesta d’aiuto da un ospedale ucraino.
“Ciao Marzia, siamo nei guai. Un uomo di 48 anni è in condizioni critiche. Lo stiamo perdendo.”

Marzia risponde e poco dopo arriva lo squillo da una qualche parte di quel paese in guerra.
La osservo. Marzia cambia espressione. È concentrata, proiettata in quella sala di terapia intensiva. Chiede informazioni più precise su un paziente in fin di vita che si trova a 2000 chilometri di distanza. Si informa sulle terapie e in un attimo capisce che devono essere modificate in fretta.
La ascolto mentre, in Inglese, indica i farmaci, descrive la nuova terapia. Chiede di essere aggiornata a qualsiasi ora della notte. Saluta con la delicatezza che le appartiene.
Alle tre di notte verrà informata che il paziente si è stabilizzato ed è salvo.
Per lei è un modo di vivere che porta avanti da tanti anni in tutto il mondo.
Per me è come essere in un film che racconta la storia di una donna che ha dedicato la sua esistenza al bene degli altri e degli ultimi.
Stefano Pierpaoli
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